Giovanni Carbone, professore ordinario di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano e Responsabile del Programma Africa dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi, Milano), nel rapporto ISPI 2018 sottolinea come il processo di trasformazione e modernizzazione in atto coinvolga tutto l’insieme del “sistema Africa”: espansione demografica, rapida urbanizzazione, sviluppo economico, progresso sociale, sfide ambientali, innovazione tecnologica, integrazione continentale, cambiamenti politici, pressioni migratorie.
“Tali cambiamenti – afferma – si incrementeranno ad un ritmo ancora più sostenuto nei prossimi decenni”.
Innanzitutto, il dato demografico: la popolazione africana è quintuplicata (da 229 milioni nel 1950 a 1,2 miliardi di oggi) e si prevede che raddoppierà a 2,5 miliardi nel 2050, costituendo un quarto della popolazione mondiale. Il tessuto demografico è molto giovane (nel 2050 l’età media del continente sarà ancora sotto i 25 anni, proiettata a toccare 35 solo nel 2100).
L’incremento demografico determinerà un aumento del fabbisogno di energia e risorse, agendo come motore del consumo globale.
Si assiste, già da ora, ad uno spostamento della popolazione verso le aree urbane. Questa migrazione interna si accentuerà nei prossimi anni, con un percorso di espansione pari ad un tasso annuo del 3% per il periodo 2015-2020.
Questo flusso di popolazione urbana si tradurrà nella concentrazione di megalopoli con oltre 10 milioni di cittadini e una pletora di centri urbani di medie dimensioni, con aree rurali che diventano meno centrali per la vita degli africani, determinando una crescita esponenziale nel fabbisogno di servizi.
Complessivamente, nel periodo dal 2000 al 2015 le economie africane sono cresciute a un tasso medio annuo senza precedenti di circa il 5%. La tendenza positiva ha coinvolto molti paesi interessando una grande varietà di settori: energia, materie prime, ma anche tutto il comparto dell’ICT (tecnologie digitali).
Tuttavia, le traiettorie di sviluppo non sono armoniche e il continente cresce e crescerà a velocità diverse, con alcuni paesi che si sviluppano rapidamente (ovvero le economie non petrolifere come Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Mali, Ruanda, Senegal e Tanzania), e altre in rallentamento: Nigeria, Angola, Sudafrica, ma anche economie minori come la Guinea equatoriale, lo Zimbabwe, il Burundi).
Una governance adeguata è il presupposto per affrontare con successo questa trasformazione, al fine di superare le criticità che storicamente hanno costituito un freno endemico allo sviluppo del continente africano; serve una forte volontà politica volta al superamento della sovrapposizione di regole e pratiche commerciali e lo sviluppo di infrastrutture adeguate, per sostenere gli scambi di beni e servizi. Quest’ultimo aspetto non riguarda solo il commercio fisico, ma anche il commercio digitale collegato all’e-commerce e ai e servizi.
Tali carenze, se da un lato sottolineano il divario tecnologico fra l’Africa e resto del mondo, dall’altro, costituiscono una grande opportunità, la vera sfida del prossimo futuro.
Anche se le tecnologie digitali avanzate incidono ancora solo parzialmente sul totale della popolazione africana, la grande spinta delle tecnologie mobile sta apportando un grande cambiamento culturale ed una richiesta sempre più elevata di servizi.
I sorprendenti ritmi di crescita della telefonia mobile (nel 2017, il tasso di penetrazione era arrivato al 78%), sta innestando una serie di mutamenti tangibili nella vita quotidiana di milioni di persone. Un dato significativo è la vendita di smartphone, in crescita del 500% dal 2014 al 2018. Solo nell’Africa subsahariana ci sono attualmente 456 milioni di abbonati alla telefonia mobile, con un tasso di penetrazione del 44%; è il tasso di sviluppo più alto del mondo e gli abbonati raggiungeranno i 600 milioni entro il 2025.